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I numeri dell�Acqua

 
 
 
Le questioni più frequenti sull’acqua

Oggi, un terzo della popolazione mondiale soffre per la mancanza sia d’acqua potabile, sia di  adeguati servizi igienici.  Le organizzazioni internazionali, i governi, le autorità locali, le istituzioni finanziarie, le aziende private e ogni membro della società hanno il compito di provvedere a questa situazione e di garantire il diritto all’acqua per tutti.

Ciò non accadrà se non sarà creato uno specifico quadro di riferimento legale. Per questo Green Cross International e i suoi partner chiedono l’adozione di una Convenzione Quadro sul diritto all’acqua.

1. Cos’è il diritto all’acqua?

2. All’interno della legislazione  dei diritti umani, il diritto all’acqua è un concetto nuovo?

3. Il diritto all’acqua è applicabile?

4. Per quanto riguarda il diritto all’acqua, esiste un diritto legale vincolante a livello internazionale?

5. Qual è la conseguenza del riconoscere l’acqua come un diritto umano?

6. Il diritto all’acqua significa che l’acqua deve essere gratuita?

7. Il servizio igienico-sanitario è incluso nel diritto all’acqua?

8. Come può il diritto all’acqua segnare la differenza nella vita delle persone?

9. Come il diritto all’acqua cambia la vita di chi è povero?

10. Di quanta acqua ha diritto una persona?


1. Cos’è il diritto all’acqua?
È il riconoscimento delle diverse dimensioni dell’acqua: gli usi (domestico, industriale, agricolo), i confini (locali, regionali, internazionali), i valori (culturale, sociale, ambientale, economico), gli utilizzatori (gli esseri umani e tutte le altre forme di vita). Esso, inoltre, riconosce l’importanza cruciale dell’acqua per l’economia sostenibile, lo sviluppo ambientale e favorisce l’adozione di un nuovo approccio alla gestione sostenibile dell’acqua di tipo etico, ecosistemico e basato sul diritto. Questo approccio vedrà come prioritario il diritto all’acqua essenziale per assicurare giustizia sociale, dignità, eguaglianza e pace.  La sua realizzazione darà diritto ad ognuno ad un accesso all’acqua in modo sufficiente, accettabile e non discriminatorio, e darà, inoltre,  la possibilità di ricorrere legalmente.

Diritto all’acqua significa il diritto umano fondamentale di accedere all’Acqua per la Vita, come ad esempio un’acqua per quantità, qualità e accessibilità sufficiente a soddisfare i bisogni umani primari come il bere, l’igiene, la pulizia personale, la cucina, l’agricoltura che fornisca il consumo di cibo locale e le necessità igienico-sanitarie.

Inoltre, Acqua per la Vita indica un flusso garantito per assicurare la salute e il funzionamento adeguato di tutti gli ecosistemi connessi all’acqua.

Acqua per la Vita include l’igiene nella misura in cui si riferisce alla raccolta, il trasporto, il trattamento,
la distribuzione o il riutilizzo degli sprechi dell’uomo e dell’acqua di uso domestico attraverso i mezzi più appropriati.

Il diritto all’acqua riconosce l’acqua come fattore fondamentale nello sviluppo dell’economia sostenibile, ciò è denominato come Acqua Produttiva. L’Acqua Produttiva attiene all’impiego  efficiente e razionale dell’acqua nelle attività economiche.

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2.  All’interno della legislazione  dei diritti umani, il diritto all’acqua è un concetto nuovo?
Il diritto all’acqua è incluso in modo esplicito  in due trattati sui diritti umani delle Nazioni Unite – la Convenzione sull’Eliminazione di tutte le forme di discriminazione nei confronti delle donne e la Convenzione sui diritti del bambino, come pure in un trattato regionale – la Carta africana sui diritti e il benessere del bambino. La Convenzione di Ginevra garantisce la protezione di questo diritto durante i conflitti armati.

Inoltre, il diritto all’acqua è parte implicita del diritto ad un adeguato standard di vita e del diritto al più alto standard ottenibile di salute mentale e fisica, entrambi protetti dalla Convenzione internazionale sui diritti economici, sociali e culturali.
Tuttavia, alcuni stati continuano a negare la legittimità di tale diritto. Alla luce di questi fatti, e a causa della diffusione del mancato accordo degli stati sugli obblighi riguardanti il diritto all’acqua, la commissione delle Nazioni Unite sui diritti economici, sociali e culturali ha confermato e ulteriormente definito il diritto all’acqua nel capitolo n° 15.Adottato il 26 novembre 2002, il documento stabilisce le linee guida per gli stati membri riguardanti l’interpretazione di tale diritto secondo due articoli della Convenzione internazionale sui diritti economici, sociali e culturali – l’Articolo 11 (il diritto ad un adeguato standard di vita) e l’Articolo 12 (il diritto alla salute).

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3. Il diritto all’acqua è applicabile?
Gli stati membri che hanno riconosciuto i trattati internazionali sui diritti umani hanno l'obbligo di rispettare, proteggere ed favorire i diritti  contenuti nei trattati.
Tale obbligo implica l'assunzione di quei diritti nelle politiche e nella legislazione nazionale e l'assicurazione di un'applicazione non discriminatoria, sia nella legge, sia nella pratica.
L'introduzione del diritto all'acqua nella legislazione nazionale di un paese garantisce a livello individuale e di gruppo la possibilità di ottenere giustizia nelle violazioni di tale diritto.
Sfortunatamente, ad oggi sono molti i casi in cui il diritto all'acqua deve essere riconosciuto dalle corti di giustizia nazionali e locali.
 

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4. Per quanto riguarda il diritto all'acqua, esiste un diritto internazionale legalmente vincolante?
No. Non esiste un documento internazionale a garanzia del diritto di ognuno ad un’acqua sana e disponibile che sia vincolante per i governi internazionali e, cosa ancora più importante, che provveda a un modello e a un meccanismo per l’adempimento di tale diritto. Malgrado ciò rappresenti una situazione critica, i governi, fatte poche eccezioni, sono restii ad aprire negoziazioni a favore di una legislazione internazionale.

Nel Novembre 2002 è stato fatto un passo importante nella direzione giusta, quando la Commissione delle Nazioni Unite sui diritti economici, sociali e culturali (CESCR) ha riconosciuto il diritto all’acqua come un diritto umano fondamentale. Ciò, in teoria, dovrebbe impegnare i 145 stati che hanno ratificato la Convenzione internazionale sui diritti economici, sociali e culturali ad assicurare gradualmente un accesso paritario e non discriminatorio all’acqua potabile sicura. Sfortunatamente, però, lo status dell’interpretazione di questo documento del CESCR non obbliga i governi a livello legale.

Per questo Green Cross e i suoi partner propongono la negoziazione e l’adozione di una Convenzione quadro sul diritto all’acqua, che, una volta ratificata dagli stati membri delle Nazioni Unite, darà a tutti lo strumento con cui asserire il proprio diritto a un’acqua sicura e a servizi igienico-sanitari, obbligando i governi nazionali a garantire che tale diritto sia rispettato. L’approccio basato sul diritto della gestione delle risorse idriche aprirà la strada dell’accesso all’acqua per tutti.

Ai governi spetta la responsabilità collettiva di dare inizio alle negoziazioni per arrivare all’adozione della Convenzione quadro. Tale documento dovrebbe servire a chiarire i doveri degli stati membri e dovrebbe concedere, inoltre, al Diritto all’Acqua lo status di vincolo legale internazionale.

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5. Qual è la conseguenza del riconoscere l’acqua come un diritto umano?
Il diritto all’acqua è un ulteriore mezzo per cittadini e stati di assicurarsi universalmente il godimento di tale diritto. Ciò non significa che nel giro di una notte tutti avranno accesso all’acqua. Piuttosto significa che i governi hanno il dovere di riconoscere che tutte le persone senza alcuna discriminazione hanno il diritto di godere dell’accesso a servizi idrici sicuri, disponibili  e sufficienti.

Gli stati membri nei trattati in cui è inscritto il diritto all’acqua hanno l’obbligo di rispettare, proteggere e garantirlo. L’adesione degli stessi ai suddetti obblighi è monitorata dall’organismo delle Nazioni Unite sui diritti umani.

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6. Il diritto all’acqua significa che l’acqua deve essere gratuita?
Il diritto all’acqua non significa che l’acqua deve essere fornita senza alcun onere. Tuttavia gli individui hanno diritto all’acqua che è disponibile.
Bisognerebbe trattare l’acqua come un bene sociale e culturale, un bene pubblico e non un bene principalmente economico. Questo punto è stato confermato nel Commento generale n° 15 del CESCR. Non si può trattare l’acqua come una merce. Qualsiasi pagamento per i servizi idrici deve basarsi su un principio di equità, assicurandosi che tali servizi, sia se forniti privatamente, sia pubblicamente, siano disponibili per tutti, inclusi i gruppi socialmente svantaggiati.

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7. Il servizio igienico-sanitario è incluso nel diritto all’acqua?
Sì. Il Commento generale n° 15 del CESCR stabilisce che “Assicurare che ognuno abbia accesso a un servizio igienico-sanitario adeguato non è fondamentale solo per la dignità umana e la vita privata, ma è uno dei principali meccanismi di protezione della qualità delle riserve e delle risorse di acqua potabile.  Secondo il diritto alla salute e alla casa [vedi il Commento Generale n° 4 (1991) e n° 14 (2000) ] gli stati membri hanno l’obbligo di estendere progressivamente i servizi igienico-sanitari sicuri, particolarmente nelle aree rurali ed urbane depresse, tenendo presente i bisogni delle donne e dei bambini”.

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8. Come può il diritto all’acqua segnare la differenza nella vita delle persone?
Il diritto all’acqua ha forza solo se i governi e la società civile lo riconoscono e lo pubblicizzano. Se la gente non ne è consapevole, non riuscirà ad usarlo per cooperare all’accesso ai servizi idrici.
Il lavoro di sostegno per i diritti umani individuali e comunitari ha già portato dei risultati. Tuttavia, solo l’adozione e il rinforzo della Convenzione quadro sul diritto all’acqua potrà garantire loro una base legale.

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9. Come il diritto all’acqua cambia la vita di chi è povero?
Per riconfermare e chiarire ulteriormente il concetto di diritto all’acqua, le Nazioni Unite riconoscono l’importanza dell’acqua nel miglioramento delle condizioni di vita e di sviluppo.
La conferma del diritto all’acqua non cambierà immediatamente la vita della gente povera. Il diritto all’acqua ha bisogno di essere spiegato e pubblicizzato, e i governi, la società civile e il settore privato, responsabili della fornitura dei servizi idrici hanno il dovere di comprenderne a pieno le implicazioni nei confronti della povertà.
Col tempo si userà il diritto all’acqua come qualsiasi  altro diritto, che sia il diritto alla casa o quello di proteggere le comunità dalla discriminazione.
Solo una Convenzione quadro globale sul diritto all’acqua attiverà il meccanismo legale per un suo riconoscimento efficiente e funzionale.

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10. Di quanta acqua ha diritto una persona?
L’ammontare d’acqua richiesto per le varie necessità è un problema tecnico e non legale. Nel capitolo sul diritto all’acqua non si specifica la quantità d’acqua che dovrebbe essere disponibile. Piuttosto si stabilisce che l’acqua debba essere sufficiente e costante per gli usi personali e domestici, e per quanto riguarda il fabbisogno d’acqua si fa riferimento alle linee-guida dell’Organizzazione mondiale della sanità.

E’ difficile arrivare ad un accordo sulla quantità di acqua necessaria per rispondere ai bisogni primari, perch� variano per ciò che riguarda il fabbisogno che a sua volta dipende da fattori come la salute, il clima e le condizioni di lavoro.

 

 

E’ possibile trovare ulteriori informazioni sul sito web delle seguenti organizzazioni: WaterAid, COHRE, FAN.


   
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